Local March for Gaza: Newsletter 22–28 ottobre 2025
Mentre il mondo celebra lo scambio di ostaggi in Israele, a Gaza si scavano ancora le macerie dei propri cari. Il cessate il fuoco non è pace: è una tregua molto fragile, piena di crepe; un’apparenza mediatica che copre ferite profonde. La cosiddetta “Pace di Gaza” firmata a Sharm el-Sheikh odora d’inganno, fasulla quanto uno zircone spacciato per diamante.
Il silenzio che segue le esplosioni non è quiete, è vertigine. Come ha scritto lo scrittore gazawo Refaat Ibrahim su Al Jazeera: “Quando le bombe cessano, inizia il vero dolore. Il cessate il fuoco non porta la pace; rivela le ferite che la guerra aveva solo seppellito“. Gaza continua a contare i suoi morti, a fare i conti con la fame, la mancanza di tutto e la distruzione non solo tangibile ma umana: ospedali, scuole, storia, natura, reti idriche, famiglie, comunità, fiducia.
Quel che resta, dopo 24 mesi di bombardamenti e privazioni, non è altro che polvere e pietre. Ogni casa rasa al suolo, ogni albero sradicato, ogni vita spezzata, ogni bambino detenuto, ogni prigioniero liberato distrutto dalle torture subite è un atto di ingiustizia e un crimine contro l’umanità. E mentre il mondo osserva l’illusorio ritorno alla normalità, la tragedia quotidiana dei palestinesi non smette di consumarsi, ricordandoci che l’esistenza di un popolo non può costruirsi sulla cancellazione di un altro.
Anche per questo la Local March for Gaza continua a camminare, a oltranza, ben oltre il 3 novembre, una meta importante che mentre segna un punto di arrivo annuncia una nuova partenza. In questi mesi abbiamo raccolto quasi 10.000 firme. Ogni passo è testimonianza concreta che c’è un popolo, tutti noi, che non dimentica: sappiamo che la giustizia non si proclama con titoli e foto ufficiali, ma si costruisce passo dopo passo. Fra due settimane, il 2 novembre, porteremo queste firme a Roma, nel giorno simbolico della Dichiarazione Balfour, datata 2 novembre 1947. Saranno un messaggio di memoria, riconciliazione e pace. Siamo un parlamento che cammina e un camminare che governa.
Queste nostre processioni laiche, animate da cittadini e cittadine che hanno messo cuore e anima nei loro passi, dopo Roma, proseguiranno. Oggi più che mai, non possiamo abbassare la guardia. Serve vegliare: sulla verità, sulle parole, sulla giustizia. La veglia non è un rito del dolore: è un atto di resistenza morale. Dietro la parata diplomatica muscolare alla quale stiamo assistendo si prepara la vera partita — quella per la spartizione di Gaza, per l’oblio del crimine e per la cancellazione della verità. Perché la pace, quando è imposta, è solo una tregua armata.
Se la libertà non è universale, allora non è libertà: è solo un altro nome per la prigionia. E nessuno di noi sarà veramente libero finché non lo saremo tutti. Una consapevolezza che ci lega a molte altre realtà che in questi mesi si sono mobilitate, anche sul piano giuridico. Tra queste, il gruppo Giuristi e Avvocati per la Palestina, che ha promosso una petizione a sostegno della denuncia presentata alla Corte Penale Internazionale (CPI) contro il governo italiano per presunta complicità in crimini di guerra e genocidio commessi a Gaza. La denuncia è stata depositata il 14 ottobre 2025: potete leggerla e firmarla su www.giuristiavvocatiperlapalestina.org.
Difendere la giustizia internazionale significa anche sostenere chi, come Marwan Barghouti, la incarna nel corpo e nella prigionia. Da oltre ventitré anni detenuto, Barghouti è il “Mandela di Ramallah”: simbolo di resistenza e possibile architetto di una pace reale. Temuto da Netanyahu e da Hamas per la stessa ragione — perché parla al popolo come se fosse già libero — è tenuto in cella perché la sua libertà unirebbe ciò che il potere vuole diviso. Troppo laico per essere strumentalizzato, troppo carismatico per essere ignorato, resta ostaggio di due paure speculari.
Possiamo fare la differenza adesso, firmando e condividendo la petizione per la sua liberazione: https://shorturl.at/MVML6
Come sempre, ricordiamo le Local March for Gaza in calendario :
18 ottobre – 3 novembre Bike for Gaza Biella -Roma
24-25 ottobre Local March for Gaza Quartiere Croce di Casalecchio di Reno (Bologna – Emilia Romagna)
2-3 novembre Le Local March for Gaza arrivano a Roma – Processione laica, notturna (informazioni nella prossima newsletter)
Noi continuiamo a camminare, testimoniare e firmare. Farlo significa non lasciare che la felicità di alcuni si fondi sull’oblio o la cancellazione di altri. Ogni nostro passo è portavoce di luce, ogni firma, ogni voce è un mattone nella costruzione della pace che vogliamo vedere, la sola nella quale crediamo: universale, concreta, responsabile.
Camminare è un atto politico. Ma anche una preghiera laica in movimento.

