
28/08/2025
Cari Camminatori delle Marce Locali per Gaza,
partiti da Albenga sabato scorso, abbiamo concluso il nostro cammino nel pomeriggio di lunedì, accolti calorosamente nel borgo medievale di Cervo.
Ho tentato, senza successo, di mettere giù un racconto “a caldo” di quei tre giorni. Troppe emozioni, troppi pensieri e spunti di riflessione. Troppi stimoli a rinnovare in futuro l’impegno di essere popolazione attiva, progettuale nelle sue diversità. Mi è servito e mi servirà ancora altro tempo per elaborare tutto questo.
Tre giorni sono trascorsi, non senza fatica, lungo i sentieri di una terra priva di pianura, resi più impegnativi da un caldo agostano impietoso. Alcuni, inizialmente, hanno avanzato il dubbio che il percorso scelto, quello della Via Romea per Santiago, fosse troppo impegnativo. In effetti un tracciato più semplice, sulle passeggiate a mare, sarebbe stato più inclusivo e visibile, non c’è dubbio. Tuttavia, a mano a mano che la Local March si snodava tra fondovalle e crinali, emergeva il valore di un vero cammino, con sudore e imprevisti, scarponi rotti e qualche crampo. Emergeva il valore del tempo pazientemente condiviso, non bruciato velocemente. Fino a farci dubitare dell’importanza della cosiddetta “visibilità”. Meglio esserci davvero, organismo individuale e collettivo, simbiotico, reale, non pura immagine.
Dunque tre giorni densi di incontri, emozioni, abbracci e anche di lacrime asciugate furtivamente quando abbiamo condiviso letture e riflessioni sulla portata dell’orrore che si consuma in Palestina e non solo. Sulla feroce follia che ottenebra le menti, come mai avremmo potuto immaginare, in questo primo scorcio di millennio. Molte e profonde le voci e le immagini che ci hanno nutrito al desco della pace. Formidabili quelle giunte a noi da due persone diversabili:
Alessia C.: “(…)Ogni tanto il pensiero di non farcela mi affiorava alla mente ma lo respingevo con forza perché davanti ai miei occhi c’erano gli sguardi affamati di vita dei bambini di Gaza che nulla sanno dei giochi di potere e non capiscono perché stanno morendo di fame. Nemmeno io capisco e mentre faticavo sul sentiero scosceso mi ripetevo che non potevo arrendermi, esile è il mio cammino ma è pur sempre una goccia nel mare di indifferenza e di immobilismo.(…)Nel mio piccolo posso dire al Popolo Palestinese di non sentirsi solo perché in questi giorni ho conosciuto persone molto di cuore che non hanno mollato di un centimetro sulla volontà di essere voce di ogni persona che subisce ingiustizia e violenza. Sono fortemente al vostro fianco e se le mie gambe non cammineranno come vorrei sono certa che camminerà il mio cuore (…)Abbraccio con il cuore tutti coloro che mi hanno avvicinata e fatto sentire la loro amicizia.”
Alessio P.: “(…)Mi chiamo Alessio, ho 52 anni, sono uno scrittore ecologista toscano, con una formazione giovanile di volontariato e servizio civile nell’ambito dei Diritti Umani. Avendo contratto delle importanti quanto sconosciute patologie ambientali isolanti(…)faccio ricerche e divulgazione sui rischi per la Salute Ambientale(…)”. Alessio propone un Manifesto per l’istituzione del “Gaza Baby Day” il 25 dicembre, ricordando così un bambino braccato e perseguitato e la strage degli innocenti perpetrata dal potere coloniale del tempo.
E che dire dei disegni e delle storie delle bambine e dei bambini raccolte da Anna Fraioli nella mostra beArt for Gaza che ha chiuso la nostra esperienza? Tutta la commozione accumulata nei giorni passati è sfociata per me in una incontenibile esplosione di pianto e in un grido soffocato a stento perché NO davvero non si può permettere che negli occhi di bambini e bambine rimangano impresse immagini indelebili di tanto orrore!
Ora tutti a sostenere e seguire la pacifica ma determinata Sumud Flotilla. La Liguria si è mobilitata alla grande e sabato la partenza da Genova sarà uno spettacolo di partecipazione.
Grazie di aver acceso questa luce, ora manteniamola accesa come laboratorio permanente di confronto e di iniziativa.
Marina Pissarello
Local March Sentiero Liguria