Newsletter dal 13 al 23 novembre 2025
Dal nostro arrivo a Roma, dove abbiamo consegnato simbolicamente a Montecitorio le 8.000 firme che abbiamo raccolto, non ci siamo fermati. Il Presidente della Repubblica non ci ha ricevuti? Non importa: noi continuiamo a camminare, a raccogliere firme, a costruire una mobilitazione civile che cresce di giorno in giorno.
E mentre qui ci diamo tutti da fare per far partire nuove marce e tenere alto il livello di attenzione sul genocidio in corso in Palestina, a Gaza e in Cisgiordania la situazione peggiora. Israele viola quotidianamente il cessate il fuoco: nella notte ci sono stati nuovi attacchi aerei su Beit Lahiya, Khan Younis e Gaza City, l’artiglieria non ha mai smesso di colpire neanche le aree densamente popolate delle tendopoli. Dal 10 ottobre, giorno in cui in teoria è entrato in vigore il cessate il fuoco, secondo il Ministero della Salute di Gaza, l’esercito israeliano ha ucciso almeno 245 palestinesi e ne ha feriti oltre 627, tra cui numerosi bambini.
In Cisgiordania, proseguono attacchi, saccheggi e aggressioni ai danni di agricoltori e comunità locali, che stanno rischiando di perdere l’intera stagione della raccolta delle olive, una delle ultime risorse di sostentamento rimaste ai palestinesi. Come segnala Fareed in un articolo recente, “Sulle colline della Cisgiordania occupata, ogni giorno si verifica una strana e dolorosa ironia: gli stessi coloni israeliani che si impadroniscono delle terre palestinesi, bruciano i nostri ulivi e sparano ai nostri contadini, ora imitano lo stesso stile di vita che stanno distruggendo.” leggi l’articolo completo.
Nel silenzio complice e colpevole dei media occidentali, Israele attacca libertà di stampa e diritti civili. Pochi giorni fa, la Knesset ha approvato in prima lettura la legge sulla pena di morte per i palestinesi accusati di omicidio. Contemporaneamente, ha discusso un provvedimento che permette di censurare qualsiasi organo di stampa sgradito al governo, senza alcun controllo legale. In pratica, Netanyahu o qualunque membro dell’esecutivo, dopo aver fatto assassinare oltre 275 giornalisti a Gaza, può ordinare la chiusura immediata e il sequestro di reti televisive, siti di informazione e testate giornalistiche.
Questa misura è l’eredità della cosiddetta “Legge Al Jazeera”, già approvata nel 2024, che ha permesso di oscurare la TV qatarina, fino ad allora tra le poche fonti in grado di raccontare Gaza e la Cisgiordania senza filtri. La libertà di informare, la possibilità di denunciare, è ormai oltre l’assedio: è sulla buona strada per essere cancellata. E la chiamano ancora “la sola democrazia del Medio Oriente”: quella che dal 7 ottobre 2023 ha vietato alla stampa internazionale di entrare a Gaza e che ha assassinato oltre 284 giornalisti e fotoreporter palestinesi, spesso insieme alle loro famiglie.
Anche per questo non smettiamo di camminare. Anche per questo, prendendo esempio dalla resistenza palestinese, abbiamo imparato a trasformare ogni ostacolo in una possibilità. È grazie a questa resilienza se il silenzio del Quirinale, l’impossibilità di essere ricevuti dal Presidente della Repubblica, è stato lo spunto per allargare l’orizzonte e valicare un limite trasformandolo in una nuova rotta e nuove direzioni.
Così, dopo Roma, abbiamo scelto di puntare verso Gerusalemme, idealmente lungo la Francigena del Sud, seguendo, dove possibile, l’antica Via Appia, la Regina Viarum, la più antica e simbolica strada consolare, e la via Traiana, due strade romane che per secoli hanno condotto pellegrini, mercanti e viandanti ai porti d’imbarco per la Terra d’Oltremare.
Dal Centro-Nord al Centro-Sud, dai mari ai porti, ogni nostro passo trasforma la distanza in vicinanza, la ferita in impegno. Ogni tappa diventa gesto di memoria, solidarietà e coraggio civico, una processione laica di resistenza civile e vicinanza a Gaza e a tutti i popoli oppressi e perseguitati. Lungo questa via vogliamo coinvolgere associazioni locali, amministrazioni comunali, produttori e comunità rurali, intrecciando il cammino con le realtà del territorio – in particolare con i coltivatori d’ulivi, simbolo di vita e radicamento, oggi minacciati e distrutti dai coloni israeliani illegali insediati in Cisgiordania.
I tratti più curati e fruibili sono:
- Dall’inizio dell’Appia Antica, a Roma, fino a Terracina (Lazio): buona segnaletica e strutture di accoglienza.
- Da Benevento a Troia (Campania–Puglia): segmento affascinante e ben mantenuto lungo il tracciato romano della Via Traiana.
- Da Troia a Brindisi (Puglia): tratto più completo, con ostelli e accoglienze pellegrine, passando per centri storici medievali intatti come Lucera, Canosa, Ruvo, Bitonto, Bari ed Egnazia.
Questo percorso coincide oggi con la Via Francigena del Sud certificata dall’EAVF. Camminare lungo queste strade significa piantare un ulivo di pace per ogni ulivo sradicato in Palestina.
Per costruire insieme questa nuova fase, si possono integrare altri cammini già esistenti:
- Il Cammino della Pace, dall’Aquila a Monte Sant’Angelo sul Gargano (Abruzzo–Molise–Puglia), con 30 tappe tra tratturi pastorali e coste, strutture per il pernottamento già convenzionate e segmenti tra 10 e 16 km.
- Coinvolgere la rete delle Vie del Sud, puntando anche sulla comunicazione dei cammini verso Gerusalemme e sulla valorizzazione del pellegrinaggio contemporaneo.
Come sempre, oggi più che mai, invitiamo tutti a promuovere e organizzare nuove Local March for Gaza e eventi di restituzione nei paesi attraversati dai cammini. È un’occasione per continuare a sensibilizzare sul dramma in corso, rafforzando i legami con sindaci, associazioni e con tutte le persone che si erano mobilitate, e raggiungendo anche chi non ha ancora partecipato o non è stato informato dell’iniziativa.
Ogni passo è un atto di memoria, un gesto di solidarietà e un impegno concreto per la pace.
Solo i popoli salvano un altro popolo e noi siamo un popolo in cammino. Ci fermeremo quando saremo liberi tutti.
Coordinamento Local March for Gaza
- Indicazioni per organizzare una Local March for Gaza : https://www.localmarchforgaza.it/vademecum-per-aderire/
- Per caricare una nuova Local March for Gaza sul calendario del sito invia un breve testo descrittivo, il programma con le tappe e un’immagine orizzontale a adesioni@localmarchforgaza.it

