Sono passate 3 settimane da quando abbiamo deciso di organizzare questa Local March for Gaza. Dovendo fare un bilancio di questa prima giornata abbiamo più fatti da citare, tutti positivi.
Innanzitutto lo stesso processo che ci ha portato a questa prima giornata, dove decine di persone hanno colto il momento e il senso e si sono generosamente messe in gioco, facendosi carico spontaneamente di “pezzi” di organizzazione.
Questo processo oggi ha portato settanta persone ad uscire di casa e a recarsi al punto di incontro a Oropa, per la maggior parte in autobus. Lo hanno fatto per camminare insieme e per essere presenti alla prima tappa della Local march for Gaza, in cui era possibile firmare la petizione “Marcia locale per Gaza – L’Italia scelga la pace” (trovi il testo qui);
Un altro fatto importante, forse il più importante, è stata la mobilitazione di ogni paese attraversato. Siamo stati accolti da Comuni, proloco, cittadini e anche parroci, che pur non partecipando alla marcia hanno deciso di accogliere e firmare la petizione. La fila di cittadini in coda a Sordevolo per mettere la propria firma è stata particolarmente toccante. D’altra parte, il saluto negato dal rettore di Oropa è stato riscattato dalla calorosa accoglienza ricevuta dal rettore del Santuario di Graglia, che ci ha tenuto a intrattenersi coi pellegrini per quasi un’ora nella chiesa del Santuario.
Le proloco hanno giocato un ruolo essenziale nell’organizzazione delle soste e, parafrasando un volontario, hanno ottenuto in cambio un patrimonio di relazioni e collaborazioni tra proloco di paesi diversi e associazioni locali.
La marcia ha risposto a un esigenza diffusa di “fare qualcosa” di fronte all’inaccettabile, perché non si può e non si vuole essere anestetizzati di fronte alle migliaia di bambini uccisi o alle 50, 70, 100 persone massacrate quotidianamente dalle bombe o dai cecchini che colpiscono le persone in fila per ottenere cibo. Moltissime persone alla partenza dai paesi hanno mandato messaggi di questo tipo: “Iniziativa importante, importantissima per il nostro futuro” oppure “Grazie per averci fatto partecipi di questo importante cammino di solidarietà e amicizia !!!!”.
Ciò è accaduto perché l’iniziativa viene da abitanti dei paesi che hanno usato il linguaggio dei paesi, dove parole come cammino, sentiero, processione o pellegrino sono famigliari e rassicurano. Parole che sono comprese e che nulla tolgono alla radicalità del racconto che viene fatto sulla realtà di Gaza e sul genocidio dei palestinesi.
Per questo fin dall’inizio abbiamo voluto organizzare una processione locale e una marcia globale, un Cammino di Oropa laico e multiconfessionale, per i Biellesi e i pellegrini, per dare voce allo stesso bisogno di dire “non in mio nome”. Vita, terra e libertà per il popolo palestinese è ciò che vogliamo, anche per noi.
Nazarena e Ettore





