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L’importanza dei Comuni – il terzo giorno

localmarchforgaza, 13 Luglio, 202513 Luglio, 2025

La giornata con più partecipanti. Si parlava di 60 iscritti, eravamo il doppio.
Una tappa piena di bambini, di gente nuova che si è unita alla marcia, di soste lungo i paesi: Magnano, Zimone, ricetto di Viverone, Roppolo. Ad ogni sosta l’accoglienza, la lettura della petizione, i saluti del sindaco, del parroco, delle proloco e dei cittadini, un rinfresco e un momento di confronto.
Punto di partenza della giornata: Torrazzo, attraversiamo i boschi della Serra morenica di Ivrea in direzione del paese di Roppolo, vicino al lago di Viverone, dove dormiremo la sera.
Magnano ci accoglie con moltissime persone ad attenderci, venute apposta per passare un momento insieme e firmare la petizione. Due signore di Alessandria, mamma e figlia, sono venute per protestare insieme a noi contro il genocidio. La mamma è ultra ottantenne, ci hanno seguito tappa dopo tappa in automobile, per affermare la vicinanza al popolo palestinese e l’importanza di incontrarsi, di fare qualche passo insieme, di partecipare.

La vicesindaca di Ivrea, Patrizia Dal Santo, legge la Petizione. Il Comune di Ivrea è stato il primo ad aderire e a dare il patrocinio alla Local March for Gaza. La sindaca di Magnano Anna Grisoglio ci parla dell’importanza di prendere posizione. Magnano è stato il primo comune biellese ad aderire alla petizione. Guido Dotti del monastero di Bose ci trasmette parole profonde di denuncia: “Proseguite il cammino di questa marcia, continuate, continuiamo in ciò che è giusto, nonostante la lacerante sofferenza del misurare la nostra incapacità di prevenire e poi fermare il male assoluto che sta avvenendo sotto gli occhi del mondo e sotto i nostri occhi a Gaza. Se è importante definire “genocidio” questi crimini contro l’umanità, è assolutamente prioritario e decisivo far sì che cessino, ora, subito. Ci invita poco dopo a Bose, per un caffè insieme alla comunità del Monastero.

Tutti ringraziano, fanno un pezzo di strada con noi, la processione laica si allunga e si colora di altre bandiere della pace e della Palestina, regalandoci momenti di intensa emozione.

A Zimone altra accoglienza, altre parole di vicinanza, altri abitanti che ci raggiungono. Nazarena Lanza ricorda come non si tratti di un problema di convivenza tra religioni, perché all’inizio del secolo scorso la popolazione palestinese formata da ebrei, cristiani e musulmani viveva in pace. Contrariamente all’ebraismo, il sionismo non è una religione, ma un’ideologia, il cui obiettivo dichiarato è quello di costruire una nazione per soli ebrei, per lo più stranieri, nella Palestina storica. Israele è uno stato etno-confessionale, senza costituzione nè confini stabiliti, in cui i palestinesi – chiamati arabi –  vivono in una condizione di apartheid. La soluzione “due popoli due stati”, continua Nazarena, non è mai stata un’opzione per nessuno: “come immaginare uno “stato” formato da due pezzetti di terra senza continuità territoriale – Gaza e la Cisgiordania – che non possono comunicare tra loro perchè in mezzo ci sono i muri di Israele?” Secondo intellettuali palestinesi e israeliani solo la costituzione di uno stato di diritto, laico e democratico, per tutti coloro che desiderano vivere in pace nel rispetto degli altri è un’opzione praticabile.

Una famiglia di palestinesi esprime la sua gratitudine, la giovane figlia si avvicina per ringraziare e abbracciare.
Arrivati al ricetto di Viverone ci accoglie il sindaco Massimo Pastoris salutando uno per uno tutti i partecipanti alla marcia e una moltitudine di ragazzi e ragazze che offrono un rinfresco e un saluto.
Mentre leggiamo la petizione la gente continua ad arrivare, per firmarla e percorrere con noi l’ultimo tratto della tappa. Siamo invitati a sederci in un giardino del ricetto, davanti a noi un piccolo pianoforte. Due donne, una delle quali con vestiti iraniani, leggono poesie, trasformando parole e musica in una denuncia della guerra, esprimendo desiderio di libertà, unità e solidarietà per il popolo palestinese.
Gli ultimi chilometri con vista sul lago di Viverone ci portano alla Casa del Movimento Lento, che ci accolgono con quell’energia che solo il viaggio lento sa dare. E così consumiamo insieme piatti diversi portati dai volontari del paese, chiacchieriamo e ripercorriamo insieme le emozioni della giornata.
Domani l’ultimo giorno in cammino ci attende. Milano si avvicina e noi siamo pronti.

Sara e Nazarena

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