Svegliati da un festoso cinguettio iniziamo la giornata con il piede giusto. Riparte la marcia per Gaza. Tra boschi e prati, ripide salite, ambite discese, parole, silenzi, e festose accoglienze superiamo Netro e ci avviciniamo a Donato.
Sono assorta nei miei pensieri quando vengo “risvegliata” da una musica. “Non verranno mica ad aspettarci con la banda?” Penso sorridendo per la mia strampalata fantasia.
Invece, superata una curva li vedo: una piccola banda e un gruppo numeroso di bambini.
Il mio pensiero è corso ai bambini di Gaza uccisi dalle bombe di Israele mentre erano in fila per il latte e un po’ di cibo. Ho nascosto il pianto con gli occhiali da sole, ho asciugato le lacrime dal volto fingendo fosse sudore.
Ci hanno accompagnati in piazza in corteo, come eroi. Qui tra le ghirlande di disegni infantili appesi come preghiere tibetane, le parole del Sindaco di Donato e la petizione letta ad alta voce da Nevio di Ivrea e la gente che applaudiva, in coda per firmare, ho visto intorno a me tanti occhi rossi, tanta commozione.
Siamo una goccia, una goccia d’acqua limpida in un mare torbido. Una goccia che diventerà tempesta, un uragano per ripulire il mondo dalla sporcizia delle guerre, dello sfruttamento, dell’oppressione e del predominio di pochi sull’umanità.
Ivana Novello