Alla Festa della Fagnana -Pray (BI)-, un tempo Festa dell’Unità, di domenica 27 luglio si è parlato di lotta partigiana con una interessante mostra fotografica sulla Resistenza in Valsessera e la presentazione del libro di Alessandro Orsi sulle Brigati Garibaldi in Valsesia, Valsessera e Cusio. Ma si è parlato anche di Palestina con la lettura da parte mia della petizione della Local March for Gaza a cui sono seguiti numerosi interventi da parte del pubblico sulla necessità di “fare qualcosa “, e soprattutto di “fare di più”, per costringere i governi a porre fine al genocidio e a ridare libertà e dignità al popolo Palestinese.
Alla manifestazione era presente un giornalista che ha scattato numerose fotografie da ogni angolazione. Ma poi leggendo la notizia sul sito di newsbiella.it ho scoperto che la bandiera palestinese che sventolava all’ingresso della mostra non compariva in nessuna foto e non era nemmeno citata nell’articolo la discussione su Gaza e la Palestina, la petizione e la raccolta delle firme.
E pensare che nei tre giorni della festa oltre 200 persone si sono messe in fila per firmare il documento.
Domenica sera avrei voluto far molto rumore come in tante piazze ma, in una festa campestre distante dal paese con l’orchestrina che suonava musica da ballo a tutto volume, forse “cambiare rumore” poteva essere un modo per “fare ancore più rumore”.
Così l’orchestra ha smesso di suonare per qualche minuto per permettermi di leggere la Petizione che ancora una volta è stata accolta con applausi e adesioni.
Sono state le parole e gli applausi il nostro frastuono che si è unito a campane, campanacci, fischietti, sirene e pentole di tutte le piazze d’ Italia per sconfiggere il pauroso silenzio di un mondo ipocrita e assassino.
Dopo ho saputo che alle 22 le campane di quasi tutte le chiese dei dintorni hanno suonato a morto.
Durante la serata di sabato 26 e le giornate di domenica 27 e lunedì 28 sono state raccolte 214 firme.
di Ivana Novello