di Ivana Novello
Camminiamo tra filari di viti grondanti di uva matura. Camminiamo per Gaza, per la Palestina che non coltiva più le sue vigne, schiacciate, divelte, incendiate dalla follia assassina di Israele, in nome della fraudolenta riesumazione di un ipotetico patto biblico stretto tra dio e Abramo che darebbe agli Ebrei il diritto divino di stabilirsi nella “Terra Promessa”, scacciando e massacrandone gli abitanti.
– Promessa da chi? Da un dio agente immobiliare? – Si chiede al microfono Norberto Julini, referente della campagna “Ponti e non muri”.
– Non si può prendere ciò che è di altri!
– Per 16 secoli hanno convissuto pacificamente ebrei, crstiani e mussulmani, fino al progetto coloniale di Netanyahu che prevedeva sin dall’inizio la cacciata dei Palestinesi.
Non risparmia accuse al governo italiano che definisce vile e ipocrita ed esprime preoccupazione per il Decreto Sicurezza e le manganellate contro il dissenso che ne derivano.
Non usa mezzi termini: – Conosciamo l’assassino e gli armiamo la mano. Basta armi ad Israele, fuori Israele dalla FIFA, sospensione dall’ONU. –
Conclude leggendo “Se dovessi morire”, l’ultima poesia di Refaat Alareer, intellettuale e poeta palestinese, ucciso a Gaza il 6 dicembre del 2023.
“Se dovessi morire, tu devi vivere per raccontare la mia storia … per comprare un po’ di carta e qualche filo per farne un aquilone … fa che porti speranza, fa che sia un racconto.”
E’ una poesia bellissima, E’ la grande eredità di amore e speranza che Refaat Alareer lascia al mondo.
Di pace parla anche il rappresentante della Comunità islamica di Borgomanero riconoscendo come lo sterminio dei Palestinesi da parte di Israele ricordi la pulizia etnica di Hitler contro gli ebrei. A Gaza come ad Auschwitz!
All’arrivo a Boca seguono altri interventi, letture di brani tratti da scritti di studenti israeliani dissidenti, poesie palestinesi e musica.
La proiezione del video della Local March for Gaza sul Cammino di Oropa chiude la giornata che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone.
Abbiamo camminato insieme per chiedere il cessate il fuoco su Gaza, la sospensione delle esportazioni di armi verso Israele, l’apertura dei cordoni umanitari, la fine del genocidio e la libertà per il Popolo Palestinese.