2 ottobre 2025
La Local March for Gaza esprime il proprio profondo sdegno e condanna per l’azione delle forze israeliane contro la Global Sumud Flotilla, missione umanitaria con diritto di passaggio verso Gaza, bloccata illegalmente in acque internazionali.
È stata una lunga notte. Le immagini arrivate dal mare raccontano vele bianche contro il blu del Mediterraneo, volti stanchi ma determinati. Poi l’irruzione: le navi israeliane si avvicinano, l’arrembaggio comincia. Mani che stringevano timoni e scotte costrette a restare alzate. Ai partecipanti è stato ordinato di gettare i telefoni in mare.
Non si è trattato di un “fermo tecnico”: imbarcazioni speronate, idranti, spray chimici, manovre intimidatorie. Israele parla di “blocco legale”, ma le acque sono palestinesi e la libertà di navigazione vale oltre le 12 miglia. Il blocco degli aiuti costituisce un crimine di guerra secondo le Convenzioni di Ginevra.
Il sequestro delle imbarcazioni e la presa in ostaggio degli equipaggi disarmati sono una violazione del diritto internazionale. Il blocco israeliano è illegale.
Il Ministero degli Esteri israeliano ha diffuso un video trionfale sui social, trasformando la violenza in propaganda. L’ambasciatore alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha annunciato la deportazione degli attivisti al termine dello Yom Kippur, definendo la missione “provocatoria”.
La risposta in Italia è stata immediata e diffusa. Un risveglio collettivo senza precedenti. Le 100 PIAZZE GAZA, presidiate da giorni, si sono mobilitate subito in solidarietà: Roma, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Torino, Padova, Bologna, Napoli.
Anche i sindacati più “istituzionali” si sono finalmente mossi: la CGIL, insieme all’USB e ad altre sigle — dai portuali all’ADL Cobas, dal SGB all’USI — ha proclamato sciopero generale nazionale per il 3 ottobre, esteso a tutti i settori pubblici e privati, definendo l’assalto alla flottiglia «un crimine contro persone disarmate» e «un attacco all’ordine costituzionale italiano». Poi sarà la volta della manifestazione nazionale per Gaza indetta il 4 ottobre a Roma.
Intanto Israele continua a bloccare gli aiuti a Gaza e a bombardare a tappeto. Ogni giorno vengono uccise almeno 80 palestinesi e feriti a centinaia. La carestia causata dall’assedio ha già ucciso oltre 350 palestinesi, molti dei quali bambini.
Ora che gli equipaggi di mare sono stati fermati, la palla passa agli equipaggi di terra: il 3 e il 4 ottobre scendiamo in piazza. È il momento di far sentire la voce di chi non si piega, di chi cammina insieme senza dimenticare.
Non sono gesti isolati: è la forza viva di un popolo che sceglie di restare umano, che si alza e non si piega di fronte a governi e oligarchie che permettono e alimentano l’orrore e l’illegalità eretta a sistema.
Coordinamento Local March for Gaza

