Domenica 14 dicembre sono venuti nel Biellese tre degli attivisti della Freedom Flotilla, la coalizione che lo scorso agosto ha sfidato il blocco israeliano. Da anni Israele impedisce l’arrivo di beni di prima necessità a Gaza, causando fame e malattie nella popolazione palestinese.
Elisabeth, Stefano e Francesco erano parte dell’equipaggio fermato illegalmente dalle autorità israeliane in quanto arrestati quando le imbarcazioni erano ancora in acque internazionali.
L’incontro si è svolto ad Occhieppo Inferiore (BI) durante il pranzo “mondi a tavola” organizzato della pro loco di Occhieppo.
Il polivalente è stato anche il punto di arrivo della nostra Local March for Gaza, partita da Graglia ieri mattina.
La falsa tregua di ottobre ha avuto solo l’effetto di silenziare –temporaneamente– la voce delle persone che in tutto il mondo, come anche noi qui nel Biellese, hanno contribuito a svelare l’orrore del genocidio in corso da parte dello Stato israeliano contro la popolazione palestinese.
Dal 10 ottobre –data dell’inizio della finta tregua- Israele ha violato il cessate il fuoco oltre 500 volte in 50 giorni, uccidendo almeno 357 palestinesi. Nel frattempo, il totale dei morti nella Striscia ha superato le 70.000 persone. Numeri al ribasso, nonostante Israele e i suoi sostenitori continuino a minimizzarli, liquidandoli come inattendibili perché forniti dal Ministero della Salute di Gaza. Herzi Halevi, già capo dell’esercito israeliano, ha affermato, lo scorso settembre, che più del 10% della popolazione della Striscia era stata uccisa o ferita confermando, così, almeno 200mila vittime civili dal 2023 ad oggi.
Mentre camminavamo arrivavano le notizie dell’attentato antisemita in Australia, compiuto durante la celebrazione ebraica di Hanukkah nella spiaggia di Bondi Beach, con i suoi 12 morti.
Tutti questi numeri, corredati da immagini e facili anatemi, fanno parte di quel mondo rovesciato in cui ci troviamo, dove le parole perdono di significato e la loro confusione ci porta a non distinguere più il vero dal falso, a perdere le proporzioni dei fatti.
Ne abbiamo parlato anche ieri con Elisabeth, Stefano e Francesco. E’ in questa confusione la Palestina rimane un simbolo, come ha detto Elisabeth, “l’autorità morale del mondo”.
Siamo immersi in una guerra mondiale “a pezzi” e gli oltre 50 conflitti in corso sulla Terra hanno la loro radice comune nella ricerca del profitto immediato, nella difesa di un sistema ingiusto e dannoso.
E’ in corso una guerra per le risorse, dilapidate alla ricerca del continuo sviluppo, della crescita economica infinita che ci ha portati a un bivio. Il bivio tra proseguire con questa follia e quindi scegliere la guerra, oppure restare umani e ripartire dai nostri passi, dalle relazioni e dai momenti di convivialità.
Ieri ci siamo anche chiesti se siamo ancora in tempo per uscire da questa terza guerra mondiale a pezzi.
La risposta che ci siamo dati è che siamo in tempo finché non saremo soli, finché potremo camminare insieme, parlarci, ascoltarci e condividere le esperienze.
La consapevolezza a cui siamo arrivati è che adesso è il momento di unire i punti, di agire insieme.
“La casa brucia” ha detto sempre Elisabeth ieri e dobbiamo unire le forze per spegnere il fuoco.

